Ennesimo aumento di tutte le farine, in particolare la semola rimacinata usata per la produzione del pane di Gela. Aumento dovuto al rincaro del raccolto 2021, dicono le fonti del settore, mentre da fonti più lontane si apprende che il rincaro sarebbe dovuto anche alla poca disponibilità di frumenti esteri che non riescono ad entrare, per via delle restrizioni qualitative messi in atto da alcune enti di controllo.
Boccata d’aria per i contadini che vendono il frumento con un aumento che si aggira intorno i 10 centesimi, mentre parte la speculazione commerciale nella filiera che arriva a toccare un aumento di 25 centesimi a kg per le farine acquistate dai panettieri. Se consideriamo che a Gela in media un panificatore consuma circa 200 kg di farina al giorno, durante l’anno lo stesso panificatore spenderà in più circa 18 mila euro rispetto all’anno precedente.
Ancora una volta il panificatore Gelese, si farà carico di un costo che per molti sarà difficile da gestire, soprattutto per coloro che vendono i prodotti sottocosto dovranno ancora una volta abbassare la qualità non solo del proprio prodotto ma anche la qualità dei servizi a costo zero, come la consegna a casa cui molti ancora rifiutano di applicare il 20% per il servizio.
Finito il periodo estivo, si attende la convocazione di una riunione del settore panario con tutte le sigle sindacali, per discutere le iniziative da intraprendere non solo per il rincaro delle farine ma anche delle varie problematiche rimaste in sospeso, chiusura domenicale, rispetto normative igienico sanitarie per il confezionamento, abusivismo.
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